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NEWS SOFONAGON

“Sofonagòn”, filosofia in versi
Articolo tratto da: Avanti - 30/09/2004

Non amava la chimica, Alberto Cavaliere, costretto a studiarla dai genitori che sognavano per lui chissà quale avvenire nel settore. Per mandarla a memoria e per canzonarla un po’, il futuro uomo politico socialista tradusse l’ostica materia nel famoso “Trattato di chimica in versi”, pietra miliare della letteratura umoristica italiana, ancor oggi usato dagli studenti per ricordare in rima formule e processi chimici. Al contrario, amava molto la filosofia, Alessandro Grilletti, studente liceale cagliaritano che ha percorso la stessa strada di Cavaliere, ma in senso contrario e per il motivo opposto. Ragazzo aperto, allegro, estroverso, liceale dotato di quella rara facoltà di capire un concetto complicato e impadronirsene alla prima lettura, coi filosofi aveva una consuetudine, una familiarità tale da permettersi di convocarli a discutere tutti insieme, a mettere direttamente a confronto le loro tesi da lui riferite in versi in un libro, “Sofonagòn. La contesa dei sapienti”, uscito per i tipi delle Edizioni Grafica del Parteolla, (160 pagg., s.i.p.). In 1910 endecasillabi sciolti, Grilletti mette in scena il confronto dialettico dei maestri di sapienza di tutti i tempi e di tutte le scuole di pensiero, sui grandi temi sui quali da sempre si esercita la ragione umana: la metafisica, l’etica, la scienza, la politica. E il mestiere di testimone della Contesa deve averlo fatto proprio bene Grilletti, se il suo lavoro, accettato come “tesina” alla maturità liceale, è stato poi pubblicato su iniziativa e a cura della sua scuola, il liceo Dettori di Cagliari, che non aveva mai sostenuto un impegno del genere nemmeno per il più famoso dei suoi studenti, Antonio Gramsci. A conferma della buona scelta del Dettori, si è mosso un grande maestro della filosofia contemporanea, il professor Aldo Masullo, docente di filosofia morale all’università Federico II di Napoli, che alla presentazione del libro ha certificato tra l’altro che “il Sofonagon è un’opera in cui si avverte il segno della genialità, caratterizzata dalla straordinaria capacità di unire un atteggiamento serio a quell’ironia senza di cui qualunque serietà diventa seriosità”. Grilletti richiama in vita poeti e filosofi a dialogare di fronte all’umanità assiepata nelle gradinate, in un’opera teatrale, coi personaggi che sembrano tagliati su misura per interpreti quali Albertazzi, Gassman, Randone, ma anche Proietti e Montesano. E la filosofia torna a essere poesia, dove ai versi è affidato il compito di conquistare l’interesse dello spettatore. Grilletti fa parlare Atena, Socrate, Oreste, le Erinni, con intermezzi corali di Eschilo, Sofocle ed Euripide ed estemporanee incursioni dei Queen e degli Articolo 31, con filosofi, poeti, uomini di scienza. Accettano di intervenire nella Contesa, tra i molti, Dante, Spinoza, Kant, Schopenhauer, Nietzsche, insieme ad Aristotele e Platone, Tolomeo, Galilei e Keplero, Cartesio con Newton. E poi Omero e Seneca, Kant e Hegel, Foscolo e Leopardi, Machiavelli e Marx. Ogni personaggio approfitta della Contesa per difendere il proprio pensiero (e questo è utile agli studenti che vogliano ripassare la lezione) e metterlo a confronto con quello degli altri sapienti, anche contestandolo. Ne nasce un dibattito vivace ed elevato, nel quale si avverte la mano ironica ma rispettosa dell’autore nel tirare i fili dei personaggi che fa entrare in scena. Sofonagon, un’opera adulta scritta da un adolescente che aveva fretta di digerire “tutto lo scibile umano”, secondo l’indicazione autoironica della Bibliografia riportata in fondo al libro. Alessandro Grilletti aveva davanti a sé una brillante carriera di notaio, come diceva lui, ma avrebbe potuto consegnare alla letteratura chissà quali altre opere se a soli diciannove anni, prima che fosse stampato il libro, mentre lo scorso Capodanno in auto se n’andava con gli amici in discoteca, non avesse incontrato in curva Thanatos, personaggio evocato da Oreste a conclusione del libro.


Alessandro Grilletti - Sofonagòn
Settembre 2003

"Il  Sofonagòn è un'opera in cui si avverte il segno della genialità, caratterizzata dalla straordinaria capacità di unire un atteggiamento serio a quell'ironia senza di cui qualunque serietà diventa seriosità": queste le parole, limpide ed incisive, con le quali un grande maestro della filosofia contemporanea, il Professor Aldo Masullo, ha definito l'opera di Alessandro Grilletti.
Con il Sofonagòn il diciottenne Alessandro Grilletti avvolge di poesia la memoria e restituisce freschezza al valore perenne di una ricerca che non vuole fuggire il mondo ma smuoverlo.
Il Sofonagòn è un viaggio attraverso lo spazio e, più ancora, attraverso il tempo. E' un duello, lucido, ironico, raffinato, nella dimensione dello Spirito, nello Heimat che custodisce la memoria delle nostre radici.
Le ombre dei poeti e dei filosofi rievocati da Alessandro Grilletti da lungo tempo sono scomparse dalla terra. Ma nella trasfigurazione poetica continuano "ad perpetuum" a pensare, e continuano, "ad perpetuum", a dialogare di fronte ad un'umanità che assiste, assiepata "su le gradinate", ad uno spettacolo ormai inconsueto: la filosofia torna ad essere poesia affidando allo scintillio scoppiettante dei versi il difficile compito di suscitare l'interesse degli spettatori e incatenarne l'attenzione.
La filosofia torna ad essere poesia per affermare l'unità di un progetto di vita in cui dimensione etica e politica, estetica e conoscitiva fluiscono indiscernibili perché:

"Fallisce quel filosofo che insegna
ad adattarsi, a smetter di sognare,
a chinar capo innanzi a quei che regna,
a soffocare ogni proprio ideale".

... La filosofia è la vita stessa che, solo cercandosi, vive: e così, viva, ce la restituisce la poesia dolce ed intensa, ironica e caleidoscopica del Sofonagòn.

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